La tecnologia è in continuo aggiornamento in tutti i campi e la navigazione non fa differenza. E’ sempre più facile determinare la propria posizione e per farlo c’è una quantità esagerata di strumenti digitali: siamo partiti una decina di anni fa con una diffusione impressionante dei GPS civili che per altro in pochi anni sono diventati sempre più piccoli e precisi, cartografici e non.
Poco dopo la cartografia è diventata digitale, qualsiasi computer portatile con un software ed un gps usb od integrato è in grado di dare tutti i dati che ad un qualsiasi “Scout”, osservatore avanzato o semplice fuciliere, possano servire.
Tutto questo è bellissimo e rende il nostro lavoro, come le nostre passioni sempre più semplici ed a portata di click, ma le brutte esperienze sono sempre dietro l’angolo, in qualunque ambito.
Ricordo che era il novembre del 2009 quando mi trovavo in Asia Centrale e mi era stato chiesto di guidare un convoglio fuori da un cittadina non proprio amichevole; avevo un bel computer sul mezzo, avevo il software di navigazione ed avevo il gps, eravamo già in movimento ed attraversavo i primi quartieri senza problemi, con una agilità che metteva serenità.
Ad un certo punto, ricordo chiaramente che il convoglio era stato fermato dalla polizia locale a causa di un attentato qualche isolato più in là; nonostante tutto eravamo tranquilli, abbiamo riprogrammato un itinerario alternativo già pianificato e comunicato al comandante il da farsi, nel momento in cui siamo risaliti sul mezzo, involontariamente ho strappato il cavo dell’alimentazione che si è rotto irrimediabilmente!
Ora, se è vero che il pc aveva la batteria (e quindi non sarebbe dovuto succedere nulla di eclatante), è anche vero che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo… ed il computer si spense di botto.
Vuoi sapere il perché?
Perché quella batteria veniva usata come tampone, era completamente “finita” e stavamo aspettando la batteria nuova che sarebbe arrivata di li a poco, ma nessuno poteva immaginare una situazione limite come quella! All’epoca oltretutto i computer per la navigazione non erano diffusi e nemmeno i gps, i quali per altro avevano problemi seri a funzionare correttamente dentro quelle cittadine; i problemi erano molteplici, anche le soluzioni, solo che necessitavano di tempo e noi non ne avevamo.
Insomma, dovevamo toglierci di mezzo con una certa celerità! La soluzione finale fu la più vecchia ed affidabile che si potesse immaginare. Prendere la cartina (si, quella cartacea!), per fortuna sapevamo dove stavamo, tirare fuori la bussola, orientare il tutto e navigare alla vecchia maniera!
Per questo cerco sempre di insegnare a tutti i miei allievi l’uso di carta e bussola ed è per questo che io stesso non perdo mai l’allenamento e spesso mi faccio qualche passeggiata un po’ più impegnativa per mantenere le capacità.
È per questo che ho pensato di scrivere questo breve articolo, cercando di essere conciso e senza fronzoli, magari ho scritto cose ovvie, ma quanti operatori ormai hanno una bussola almeno come back-up nel proprio equipaggiamento, e quanti invece la lasciano a casa?
E’ chiaro
che sia inevitabile dimenticare alcune basi, proprio perché non lavoriamo tutti
i giorni con la matematica o la trigonometria: ad esempio, nella parte della topografia in cui si parla
di navigazione tattica, spesso si usano i millesimi.
Ma cosa sono esattamente? Da dove deriva questo sistema che tante volte ti fa
confondere con i gradi?
Partiamo dalla bussola allora, lo strumento dove si leggono più spesso questi millesimi.
La prima cosa che un operatore dovrebbe fare è cercare il Nord: da questo dipende tutto il resto; essendo la bussola un semplice ago magnetico libero di ruotare sul suo fulcro, questa indicherà il Nord magnetico della terra (nell’emisfero boreale, cioè il nostro).
Ci sono diversi modelli di bussola sul mercato ma, indipendentemente da questo, sicuramente avrai sempre a che fare con un ago magnetico.
Abbiamo detto che indica sempre il nord e questo ago può essere a bagno d’olio o glicerina: questo serve per stabilizzarne il movimento e rende la lettura dell’angolo più precisa, anche se più lenta. L’ago può anche essere “a secco”, cioè la bussola non contiene alcun liquido (ad esempio in quelle usate nell’orienteering): risulta più veloce ma sicuramente molto meno stabile e la lettura meno precisa.
La maggior parte delle bussole ha poi quello che si chiama mirino, che non è altro che un semplice strumento di puntamento per il rilevamento degli angoli; spesso non è previsto nelle bussole da orienteering proprio perché non si prevede di “triangolare” la propria posizione, ma questo è un altro discorso.
Sulla bussola poi ci sarà una ghiera graduata, in angoli e millesimi, dipende sempre dal modello e dal costo: nella cartografia uno dei concetti base è proprio quello della misurazione degli angoli, che si misurano sempre rispetto al nord, quindi considerando che la ghiera rappresenta un angolo giro di 360°, sia i 0° che i 360° rappresentano sempre il nord, i 90° indicheranno sempre l’est, i 180° sempre il sud e i 270° infine, sempre l’ovest.
Potremmo dire che la bussola è come un goniometro: giusto per cultura personale ti dico che esistono anche diversi metodi per calcolare gli angoli quindi potrà capitarti di imbatterti in bussole millesimali con l’angolo giro diviso in 6000 millesimi; normalmente sono quelle dei Paesi dell’ex patto di Varsavia e pochi altri, anche l’esercito cinese usa questo sistema.
Quelle bussole a prima vista sembrano quasi incomprensibili ma poi se ne apprezza la semplicità; ricordo di averne usate in Africa, di solito in quelle zone gli eserciti che vengono forniti di materiali ex sovietici, ed hanno anche questi “gioielli”.
Ci sono poi bussole centesimali, l’angolo giro è di 400 GON, un sistema di cui ho solo sentito parlare ma a quanto pare molto vecchio e comunque poco usato.
Ancora, ci sono bussole con sistema sessagesimale ed infine millesimale classico.
Dunque, arrivando al punto del nostro discorso, questi millesimi a cosa servono?
Molto semplicemente a calcolare distanze tramite la misurazione degli angoli: il millesimo infatti non è altro che la misura dell’angolo che comprende un oggetto di dimensione di 1 metro a 1 chilometro di distanza.
Prova ad immaginare un cerchio che abbia un raggio di 1000 metri.
Sappiamo che la circonferenza è data dalla formula:
2r x 3,14 = 6280 metri
Per fare in modo che 1 metro ad 1km formi un angolo di 1 millesimo, che si indica con due pallini (°°) e non uno (°) che indica i gradi, dovremmo avere un angolo giro di 6280°°.
Siccome questo calcolo, per quanto preciso, era un po’ scomodo nella suddivisione dei quadranti, all’inizio del secolo scorso si è deciso di arrotondare un po’: come al solito ci sono state diverse visioni di pensiero e siccome il mondo è bello perché è vario, i paesi occidentali hanno adottato come convenzione l’arrotondamento a 6400°°, mentre quelli orientali hanno adottato un arrotondamento a 6000°° che risulta meno dettagliato ma forse più semplice per i calcoli.
S.F.
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